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Il FUTURO DELLA PROFESSIONE DI DOTTORE COMMERCIALISTA: PROSPETTIVE ED EVOLUZIONE SECONDO I NOSTRI PROFESSIONISTI.

Nella realtà in cui attualmente viviamo, le nuove esigenze del mercato hanno contribuito al verificarsi di notevoli cambiamenti che hanno interessato la figura del consulente e, più in generale, le mansioni a cui lo stesso era sottoposto. Oggi, il mercato in cui opera l’azienda di management consulting è molto dinamico, in continua trasformazione e con bisogni emergenti che mutano in base alle priorità strategiche dei committenti. L’evoluzione, nonostante ciò, rappresenta una grande sfida e richiede di effettuare cambiamenti non solo nell’offerta ma anche nella rielaborazione di un piano di riorganizzazione ed innovazione. Bisogna, anzitutto, abbandonare il paradigma delle soluzioni preconfezionate e proporsi come un partner di lungo periodo che sappia far comprendere al management le potenzialità delle tecnologie e lo accompagni nell’evoluzione dell’impresa. Nonostante la crescita che ha interessato il mercato italiano della consulenza è, però, opportuno riconoscere che tale settore è ancora relativamente sottosviluppato rispetto a quello dei nostri Paesi partners, per cui è plausibile sostenere che l’evoluzione degli ultimi anni serve sostanzialmente a colmare un gap strutturale rispetto agli altri mercati. Una delle principali cause che ha contribuito a rallentare lo sviluppo del settore è da attribuire ad una consolidata resistenza al cambiamento.

In questo contesto di generale positività e progresso, ha sicuramente assunto un ruolo cruciale la digital trasformation che ha contribuito a cambiare il ruolo della consulenza verso le imprese-clienti in maniera strutturale e definitiva. L’innovazione di cui si parla, però, richiede un importante sforzo di ricerca e di investimenti continui, oltre che un attento scouting sul mercato; solo in questo modo la consulenza può generare nuove idee e soluzioni digitali. Dunque, il consulente del futuro per gestire la complessità dovrà necessariamente avere le competenze tecnologiche e verticali legate alla industry, oltre alle soft skill per gestire la complessità.

La nostra azienda, Audit & Business Consulting S.r.l., in merito al cambiamento che ha segnato la figura del Consulente d’impresanegli ultimi anni, ha voluto raccogliere in questo articolo le testimonianze dei propri partners, i quali concordano tutti nell’affermare che attualmente il “Commercialista”, deve uscire dagli schemi tradizionali che hanno contraddistinto sinora l’esercizio  della professione, per divenire un autentico consulente aziendale e di gestione  dell’impresa, acquisendo un ruolo di partner di supporto all’attività imprenditoriale, in grado di educare e sensibilizzare il management nelle scelte dell’azienda. Ciò implica l’adozione di tutti quegli strumenti che permettono al consulente di condurre delle analisi aziendali, al fine di esprimere giudizi e indirizzare in maniera razionale le scelte dell’imprenditore finalizzate al perseguimento degli obiettivi di crescita e sviluppo e, in questo modo, soddisfare le esigenze di tutti gli stakeholders. Quindi, la figura del Commercialista, sta gradualmente evolvendosi per garantire sempre uno  spazio maggiore alla figura del “Consulente d’impresa”; ovvero colui al quale sono affidate tutte le attività di investimento, direzionali e, più in generale, quelle mansioni sinora rimaste ai margini della professione del commercialista. Le sole competenze economico-giuridiche che hanno finora caratterizzato in misura prevalente la professione del Commercialista sono destinate a cedere sempre maggiore terreno alle competenze economico-finanziarie e statistico-quantitative. In altri termini le tradizionali competenze in materie giuridiche, fiscali e contabili vengono affiancate dalle attività di garanzia sulla qualità e affidabilità delle informazioni (assurance), in materia di finanza aziendale ed in particolare di gestione del rischio d’impresa (risk management e alert system). Una spiegazione a questo trend evolutivo va individuata nella evoluzione dei principi contabili italiani sempre più assimilabili ed uniformati a quelli internazionali (IAS/IFRS). Quest’ultimi sono chiaramente orientati al principio del fair value e ad un approccio tipicamente “finanziario” nelle attività di reportistica contabile.  L’orientamento “al futuro” e meno “al passato” dei principi contabili cambia completamente i paradigmi dell’informativa finanziaria, orientandola decisamente al concetto di valore economico. Varia allora il paradigma della rilevazione contabile: al centro non avremo più il capitale netto contabile e le sue determinanti (attività e passività, costi e ricavi), ma il valore economico aziendale nelle sue due principali configurazioni: enterprise value ed equity value.     

L’evoluzione della figura del Commercialista in quella più moderna di Consulente d’impresa ha comportato come ulteriore conseguenza la contemporanea crescita degli studi professionali strutturati in forma “associata”, nei quali è possibile unire professionisti specializzati, i quali sono in grado di affrontare le diverse tematiche che caratterizzano la vita, o particolari aspetti di essa, delle aziende,  ottenendone una visione unitaria e non frammentata, e realizzando in tal modo un‘economia di scala intellettuale con un approccio completo e sistematico alle problematiche sottoposte alla loro attenzione.   

Stiamo in pratica descrivendo un network, una rete di persone in relazione fra loro, che lavorano scambiandosi informazioni. Più un network è grande, più possibilità ha di gestire problemi complessi, in cui è indispensabile l’approccio trans-disciplinare.

E’ auspicabile quindi, che il Commercialista abbandoni l’ atteggiamento un po’ corporativo e statico, scarsamente aperto all’innovazione che caratterizza la maggior parte dei professionisti, per ricalibrare la propria opera rispetto alle nuove sfide che la nostra società e le nostre imprese sono chiamate ad affrontare sui piani economico – sociale e politico.