A poco più di un anno dalla prima chiusura generalizzata delle attività, ci ritroviamo ancora di fronte ad un’incertezza. Le imprese e i professionisti stentano a vedere ripartire le loro attività, a causa delle restrizioni che stiamo vivendo conseguenti alla pandemia da Coronavirus.
Il 19 marzo 2021 per correre in aiuto ad imprese e professionisti messi in ginocchio dalla pandemia da Coronavirus, è stato approvato, dal Consiglio dei Ministri, il primo Decreto Legge firmato Mario Draghi, riportante i tanti attesi ristori.
All’interno del nuovo Decreto Legge, che prende il nome di Decreto Sostegni, troviamo un nuovo contributo a fondo perduto per tutte le partite iva che dichiarano un fatturato non superiore a 10 milioni di euro e una perdita media mensile nel 2020 del 30% almeno rispetto all’ammontare medio mensile del 2019.
Cosa prevede il decreto sostegni?
Con il Decreto sostegni il Governo stanzia 32 miliardi per tamponare le perdite riportate dagli operatori economici e cerca di potenziare gli strumenti di contrasto contro la diffusione del Coronavirus.
L’obiettivo, per quanto possibile, è di dare un segnale al Paese e far sentire la propria presenza in questo periodo difficile.
Riassumendo, gli interventi si sono concentrati in:
Una delle grandi novità, rispetto ai precedenti contributi chiamati “ristori”, è che il contributo è rivolto potenzialmente a tutti, non c’è distinzione che riguarda attività, regime fiscale (potranno quindi richiederlo anche le partite iva forfettarie) o zone di appartenenza dei contribuenti.
I requisiti da rispettare per ottenere il beneficio sono solo dettati dal calo del fatturato tra il 2019 e il 2020.
Inoltre, i dati da tenere in considerazione, al fine di verificare i requisiti, non saranno quelli relativi ad un determinato mese, come stabilito per i precedenti contributi, ma quelli che riguardano la media mensile dell’anno 2019 e tutto l’anno 2020.
A quanto ammonta il contributo a fondo perduto?
Il valore del contributo del Decreto Sostegni si determina applicando una percentuale alla differenza negativa tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2020 e l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2019, purchè tale differenza sia almeno uguale o superiore al 30% rispetto al 2019.
La percentuale è di tipo decrescente a seconda del volume di fatturato del professionista o dell’impresa in questione.
In ogni caso, l’importo del contributo non potrà essere inferiore a 1.000 € per i professionisti e le ditte individuali e di 2.000 € per le società. L’importo massimo, invece, non potrà essere superiore a 150.000 €.
Inoltre, come per i precedenti contributi, il contributo del Decreto Sostegni non concorrerà alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi.
I soggetti che hanno avviato la loro attività durante il 2019 riceveranno, quindi, la base minima del contributo. Tuttavia, il contributo spettante potrà essere anche superiore al minimo. All’interno del Decreto è precisato che per i soggetti che hanno aperto la partita IVA dal 1° gennaio 2019, ai fini della media di cui si è detto, rilevano i mesi successivi a quello di attivazione.
Per chi, invece, ha aperto partita iva nel 2020 o nel 2021 e, quindi, non ha nessuna possibilità di calcolare la perdita media mensile, riceverà il contributo minimo.
Chi è escluso dal contributo a fondo perduto del DL Sostegni?
Come riportato al comma 2 dell’art. 1 del DL sostegni gli esclusi dal contributo a fondo perduto sono:
Per richiedere il contributo a fondo perduto del DL sostegni sarà necessario presentare un’istanza telematica all’Agenzia dell’Entrate. L’istanza potrà essere presentata dal contribuente stesso attraverso le proprie credenziali fisconline o SPID oppure potrà essere delegato un professionista. Con il provvedimento pubblicato dall’Agenzia dell’Entrate la richiesta per il contributo a fondo perduto potrà essere inoltrata a partire dal 30 marzo 2021 fino al 28 maggio 2021.